lunedì

Paura di sbagliare, desiderio di gloria e gioco di squadra

Ho iniziato a fare le interviste che serviranno da base per il libro sugli allenatori-educatori e rileggendole ho notato alcuni concetti che sembrano non andare d'accordo.

Nella pallavolo, per esempio, lo sport in cui la "palla scotta" perché non può mai cadere per terra, i bambini alle prime armi tendono a buttare la palla di là dalla rete il prima possibile, per lo più già con la ricezione. Perché? Così non possono essere accusati di aver fatto perdere il punto alla squadra.

Nel calcio, in cui lo scopo è far entrare la palla nella porta avversaria i "pulcini" prendono palla e cercano di far gol da soli, così da gloriarsi davanti a compagni, allenatore ma soprattutto genitori del successo ottenuto.

Si può anche dire che il giocatore di volley che butta di là la palla lo faccia per cercare la gloria del punto, così come il piccolo calciatore, che punta in avanti, tenga la palla lontana dalla propria porta e quindi dal terrore di un gol subito.

Gli allenatori devono allora insegnare soprattutto a superare queste emozioni-tendenze istintive che per motivi opposti portano all'individualismo e quindi alla negazione dello sport di squadra.
Cosa facile? Tutt'altro, perché oltre alle paure e desideri dei ragazzi ci sono quelli delle famiglie che vengono a vedere le partite e gridano tutta la loro paura di perdere e desiderio di vincere, subito e senza troppi esperimenti.

Ecco allora una dote che l'allenatore deve avere o costruirsi: difendere il tempo necessario a creare una squadra e a fare gioco di squadra. Paura di sbagliare e desiderio di gloria rapida, altrimenti, ti fanno giocare da solo.