giovedì

BASKIN: LA DISCRIMINAZIONE CHE INTEGRA


Cosa succede se le abilità tecniche e atletiche di un giocatore di basket vengono codificate? Del tipo che a un giocatore completo viene affidata la maglia col ruolo 5 e a chi ha una grave disabilità quella con il ruolo 1? Dimmi quanto sei bravo e ti darò un ruolo, anzi prima (io allenatore) ti vedo all'opera e poi ti assegno il numero che indica le tue... possibilità. Non si era detto abilità? Nel baskin le due cose non vanno di pari passo. Chi ha buone abilità fisico-tecniche avrà, per contro, più impedimenti per andare a segno, gli toccherà il canestro a 3 metri di altezza e tutti gli altri ruoli potranno contrastarlo, mentre lui potrà contrastare solo il suo pari ruolo. Niente a che vedere con chi ha ruolo 3, possiede minori capacità e proprio per questo può andare al tiro sul canestro posto sul lato lungo, quello a 2 metri di altezza, come su quello posto sul lato corto (a 3). Per quanto riguarda l'opposizione il ruolo 3 può farla ai 3, 4 e 5, mentre solo i ruoli 3 e 2 possono contrastarlo. Insomma, le regole sono fatte apposta per creare un equilibrio tra le fatiche dei giocatori, chi ne fa meno sul piano psico-fisico si ritrova a farne di più su quello del gioco.

E come fanno a tirare i giocatori con grave disabilità motoria, costretti in carrozzina e aventi scarso uso delle braccia? Loro entrano in gioco soltanto se la palla rimbalza nell'area laterale, a quel punto l'azione si ferma e il numero 1 tenta la realizzazione nel canestro basso, a 1 metro d'altezza, utilizzando una pallina piccola.



Troppo complicato? "Niente affatto" mi spiega Alexy Valet, francese, docente ed esperto di attività fisiche applicate, allenatore e promotore di baskin (che sta per basket inclusivo) per la società Gioissa-oratorio S.Carlo di Rho, Milano. "I ragazzi della scuola media dove propongo i laboratori nel giro di un'ora sono in grado di giocarci".
"Ma non è considerato disonorevole dai ragazzi indossare una maglia con numeri bassi?"
"L'allenatore deve fare un buon lavoro preparatorio" continua Alexy, "si tratta di riconoscere abilità e assegnare vincoli. In realtà il rischio è anche che chi è più completo spinga per avere ruoli inferiori in modo da poter andare a canestro più facilmente. E' un'operazione di responsabilizzazione...".
Sembra di veder messe sul campo le categorie di fragilità e vulnerabilità, i numeri 1 incarnano la prima, i 5 si sottopongono alla seconda.

E' forte la sorpresa davanti a un giocatore con grave disabilità che decide la partita con un canestro a pochi secondi dalla fine, ma questa è proprio la meraviglia di questo sport.
Il baskin nasce a Cremona nel 2001-2, nella scuola media Virgilio, inventato da un professore di educazione fisica e da un padre di una ragazzina con importante disabilità motoria. Si sta diffondendo su tutto il territorio italiano, tanto che nel 2013 è stato realizzato il primo campionato nazionale. "Alcune squadre stanno nascendo anche all'estero, in Francia, in Grecia, in Spagna e in Polonia."

"Si può crescere di livello (imparando meglio i fondamentali per esempio) e passare ad un ruolo più alto, così come scendere a ruoli inferiori in seguito ad infortuni o incidenti." L'abilità fisica e mentale negli uomini non è mai uno stato definitivo, il baskin codifica queste variazioni e le identifica in un ruolo.
La cosa più sorprendente è questa: l'unico sport che riesce a far giocare insieme persone, ovviamente anche di genere diverso, con differenti capacità di gioco, lo fa partendo da un atto discriminatorio. Le regole non sono uguali per tutti ma tutti lo sanno da subito e proprio questo permette di presidiare il principio dell'inclusione, che non diventa assistenza caritatevole del più forte verso il più debole perché ognuno nel suo ruolo può dare il massimo, ci pensano le regole a generare una competizione vera.

L'unicità del baskin, poi, è già finita, sostiene Alexy. La strada per gli sport di integrazione è aperta, si tratta di lavorare (e altre proposte sono già nate) con la creatività per far nascere nuovi regolamenti, varianti del calcio, del volley e di chissà quali altre discipline.

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